Chiapas

È l’alba del 1 gennaio 1994. La cittadina coloniale di San Cristobal de las Casas dorme ancora. La Selva comincia proprio fuori dalle mura, avvolte nella nebbia.
Silenziose ed improvvise, ombre appaiono a gruppi e si dirigono verso la piazza del Municipio.
Nella piazza ci sono quattro cavalieri, vestiti in mimetica verde, il volto coperto da un passamontagna nero.

Uno di loro ha un fazzoletto rosso al collo ed una pipa in bocca. Si muove girandosi sulla sella e guardando le ombre che entrano nella piazza, da tutti i lati, sempre più numerose. Come una muta inondazione. Ed il sole sale a dissipare la nebbia.
I quattro cavalieri scendono da cavallo e salgono sul palco che poche ore prima serviva all’orchestra per la festa di capodanno. Guardano la piazza sotto i loro piedi: è piena brulicante di migliaia di Indios Maya di tutte le etnie della regione: Tzotzil, Tzeltal, Zoque, Tojolabal, Chol, Mame.

L’uomo con la pipa si fa chiamare Subcomandante Marcos, guarda gli altri tre Comandanti e si protende fino al bordo del palco: “Siamo il popolo degli oppressi dalla Storia. Oggi diciamo basta! “Oggi, in questa piazza, l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale dichiara guerra all’esercito federale del Messico.” Un grido si alza dalla folla, assieme alle armi che la folla si è portata, pochi fucili rudimentali, molti bastoni.
Poteva sembrare un gioco, ma l’esercito del Messico era, allora, il più ricco, organizzato e spietato di tutto il centroamerica. E la reazione non tardò ad arrivare; e fu violenta come ci si aspettava che fosse.
Il resto è cronaca, o leggenda, della più lunga, geniale ed epica guerra per la libertà che la storia possa tramandare.
Questo è il caffè di quegli eroi leggendari.

Caffè certificato Biologico e WFTO
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